Fresato d’asfalto: perchè è necessario il suo recupero
Il “conglomerato bituminoso di recupero”, meglio noto come “fresato d’asfalto” (in inglese materiale RAP | Reclaimed Asphalt Pavement) è un aggregato particolare la cui composizione granulometrica è caratterizata da elevata percentuale di fini rispetto alla miscela d’origine. Tale aggregato è particolare perché contiene anche bitume invecchiato. I materiali costituenti sono gli stessi del conglomerato bituminoso vergine. Un’altra caratteristica importante del fresato d’asfalto è che può essere interamente recuperato, sia nel conglomerato bituminoso a caldo sia nel ‘freddo’. È quindi un prodotto 100% riciclabile che, a differenza di tutti gli altri materiali da C&D, consente il recupero del potere legante del bitume.
Molto frequentemente il fresato d’asfalto è considerato rifiuto, rientra nella categoria dei rifiuti da costruzione e demolizione, classificato codice CER 170302. per il suo recupero, ossia nei casi in cui può essere considerato come “sottoprodotto” ed essere pertanto riutilizzato, vige la normativa espressa dal DM 69/18 “Regolamento recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di conglomerato bituminoso ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.
Spesso si pensa che le macchine e gli impianti per la frantumazione possano essere utilizzate solo per la lavorazione dei materiali vergini (rocce). In realtà, le stesse macchine sono ampiamente impiegate nel riciclo dei materiali come appunto il fresato d’asfalto. Il processo è molto simile a quello adottato per la frantumazione tradizionale: il fresato d’asfato proviene dall’azione disgregante della fresa meccanica a freddo sulla pavimentazione d’asfalto deteriorato, esso viene sollevato, rimosso e frantumato, poi trasportato presso un sito per lo stoccaggio e/o trattamento.
Le tecniche principali per recuperare questo materiale sono due: il riciclaggio a caldo, con recupero fino al 50% del fresato e quello a freddo, con riciclo fino al 100% del prodotto. Presso l’impianto autorizzato si attuerà il processo per la trasformazione in “End of Waste”, ovvero “fine rifiuto” ovvero “materia prima seconda”; il fresato trasformato sarà considerato “granulato di conglomerato bituminoso” se è utilizzabile per produrre miscele bituminose e aggregati legati per opere di ingegneria civile e costruzione di strade.
Questa tendenza è sempre più frequente ed è in linea con gli obiettivi di sostenibilità che tutto il mondo sta cercando di raggiungere poiché diventa un utile strumento di “green circular economy”.
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